Compilescion. Cap. 6 - Quant'è bbello o'caffè...

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Com'era successo? quasi non me ne rendevo conto ancora, ma era una settimana che se non dormivo passavo il tempo attaccato alle sbarre della finestra. Pensavo al trotto di quell'equino abbastanza somigliante ad un cavallo ma molto più bello, solo perchè libero.

Grazie a noi.

Non c'era molto altro da fare. Mi avevano anche portato una tv ma da qualche anno non mi riusciva più accenderne una, provavo ribrezzo per l'apparecchio. La considero una lavatrice per cervelli ed il mio lo

preferisco sporco di pensieri miei. Dopo qualche tempo ti disabitui, non la reggi più.

Quindi niente grande fratello.

Dormire, finestra, dormire. E fame.

Pranzo e cena erano scene looppate di polli, conigli e polpette varie. Neanche l'avvocato era riuscito a far variare il menù. E quei bastardi cuocevano apposta le verdure col dado di carne.

Ero anche riuscito a convincere l'anna a cucinarmi qualcosa (lei mi fece credere così ma in realtà lo avrebbe fatto anche senza la mia richiesta), a discapito del suo tempo da passare con Sergio, o con Claudio, o con Giovanni....o boh.. E cmq qui arrivava quasi tutto manomesso. Tranne l'acqua, il resto era potenzialmente inquinato.

 

"Depresso, sono veramente a terra. E potrei ancora peggiorare..."

Decisi di scrivere un'altra lettera a chi sapevo io.

 

Mentre ci pensavo un segno dell'esistenza di qualcosa di cosmico mi accadde davanti agli occhi. Entrò l'avvocato, anzi no...la vedevo con occhi diversi oggi.

"Ciao...come ciao, non ci davamo del lei? Ah, beh...sisi....ci sto. Diamoci del tu dai!"

E poi una serie di "come stai, come ti senti, come ti va, cosa pensi, che vorresti che io facessi..t'ho portato il caffè."

Che vorresti che io facessi....mi risuonò per un paio di volte in testa mentre bevevo.

"Puoi abbracciarmi."

"si...posso."

Un paio di pacche sulla spalla ed una scossa. secca. La sentii solo io. Pullover sintetico.

Le si illuminarono gli occhi, mi disse "hai una tv col lettore?" ed io accennai un sorriso basito.

Senza dire nulla tirò fuori un cd che aveva nel lettore e disse che voleva farmi sentire una cosa che aveva li.

 

Silenzio.

 

Poi partì il suono, che conoscevo...ma sentirlo con la prospettiva del momento mi cambiò la vita per l'ennesima volta.

 

Un giorno credi di esser giusto

e di essere un grande uomo

in un altro ti svegli e devi

cominciare da zero.

 

Situazioni che stancamente

si ripetono senza tempo,

una musica per pochi amici

come tre anni fa...

 

A questo punto non devi lasciare,

qui la lotta è più dura ma tu

se ne prendi di santa ragione

insisti di più.

 

Sei testardo, questo è sicuro,

quindi ti puoi salvare ancora.

Metti tutta la forza che hai nei tuoi fragili nervi.

 

Quando ti alzi e ti senti distrutto

fatti forza e vai incontro al tuo giorno

non tornare sui tuoi soliti passi:

basterebbe un istante.

 

Mentre tu sei l'assurdo in persona

e ti vedi già vecchio e cadente

raccontare a tutta la gente

del tuo falso incidente.

 

Bennato, quanto tempo era che non lo sentivo. Non lo ricordavo neanche più questo pezzo e si che di musica sono un cultore...

 

L'avvocato mi guardò, sorrise...riprese il cd dal lettore e me lo diede "tanto lo masterizzo".

 

Poi mi ricordai della fame, le chiesi se poteva dire a Claudio che avrei rimborsato le spese per farmi mangiare appena uscito. Mi rispose secca che da quel maiale non ci sarebbe mai tornata e continuò..."credi sia venuta qui per abbracciarti o per farti sentire musica? puoi uscire, vai a rimborsare Claudio vai, che a me ci pensi la prossima volta".

Le chiesi la motivazione della scarcerazione, rispose semplicemente che avevano ritrovato il cavallo e stava bene. Quindi denuncia ritirata.

"mh, si..immagino quanto starà bene, la prossima lo inquatto meglio".

Me ne andai lasciandola li, canticchiavo ancora Bennato "ma lo capite o no? ve lo rispieghero. Per scuotere la gente non bastano i discorsi, ci vogliono le bbombe".

Un "quest'èmmatto" flebile ma tagliente mi trapanò l'orecchio, ok. Aria fresca.

 

 

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