Compilescion. Cap. 1 - Io, il bagnino e la moglie del capo.


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Il mare.

L'avevo visto poco ultimamente, ma non mi mancava. La sensazione di sabbia nelle scarpe la odiavo, avrei accettato qualsiasi altra cosa in quel momento ed invece mi toccava la sabbia. E la paura. E la tremenda solitudine di chi si specchia nelle onde e non riesce a vedersi. Solo, senza neanche l'immagine di se stesso.

There's a little black spot on the sun today. There's a flag all red and the wind won't stop...

C'era la bandiera rossa, divieto di balneazione. Anche il bagnino era nel casotto a riposare dal sole che l'aveva mutato geneticamente in un arrosticino col costume. Trascinare il pattino fino all'acqua fu difficile ma mai come farlo entrare, le onde non lo volevano sopra di loro. Eppure ci si trovò (io e tutti i miei personaggi immaginari) ad un centinaio di metri dalla riva in poco tempo, la corrente era favorevole ed il dondolio alquanto accentuato era quasi divertente.

E li non c'era sabbia, solo acqua. Meglio. Senza remare andavo nella giusta direzione, c'era la corrente fredda da seguire che ti portava al largo. Perfetto. E il bagnino dormiva.

Il mio unico scopo salpare. Nè viaggiare, nè arrivare. Solo avere la sensazione di partire, perchè dov'eri non ne puoi più. O non ne vuoi. Nell'attimo in cui persi di vista il sole mi abbandonai al rumore dei pescherecci che uscivano dal porto per fare il lavoro sporco, per i soliti quattro soldi. Sarebbero tornati solo al mattino, sfruttati e sfruttatori al tempo stesso. Ripetutamente, una vita a sperare nella bonaccia. Che palle. Io volevo le onde, dovevo rimanere sveglio. La paura avrebbe preso il sopravvento e non mi serviva. E poi c'era da stabilire il da farsi. Tornare a riva no, iniziai a spostare distrattamente i remi in posizione. Mi fermai un attimo guardandomi attorno....e iniziai a vogare con un ritmo infernale.

Da spaccarsi.

Il bagnino intanto s'era quasi ripreso. Certo, lui aveva lavorato vent'anni nelle americhe..aveva diritto di riposarsi ora ogni tanto no? E poi tornare in sicilia gli aveva fatto bene, aria di casa...sole...mica gli hamburger. Fichi e arance. Una fitta improvvisa alla schiena, succedeva sempre quando si stirava dopo la pennichella. I suoi di sogni erano nevrotici, ne risentiva la muscolatura. Si contraeva. Nel momento in cui la fitta era al massimo, si sentì chiamare dal capo e credette per un attimo che la voce del boss potesse essere la causa della fitta.

"Maronnacheppalle! E che vuole?"..... "gli ombrelloni si, li ritiro si" ...."chissà cosa m'ha fatto di cena quell'altra"..."Ma il pattino dove cazzo è?"...

Fermo, sulla riva. Visto da dietro sembrava un ancora con la punta all'insù. La caricatura di braccio di ferro ma coi capelli più unti. E bestemmiava, perchè gli sarebbe toccato di tuffarsi ed andare a recuperare quell'imbecillefetuso che gli aveva fregato il pattino. "Minchia, lo piglio e lo avvolgo intorno a un remo!" e con la naturalezza di un Tarzan si buttò, conscio del fatto che la moglie del capo lo stava guardando. Non si ricordava della fitta alla schiena, cioè se la ricordò bene quando si accorse che stava ritornando, bracciate troppo forti. Anzi no, non era alla schiena, ora schiena e braccio. Braccio sinistro, una volta aveva letto che...buio.

La moglie del capo, l'avesse vista Fellini c'avrebbe fatto un film. Anzi, sembrava tutto come in un film di Fellini, i personaggi erano quasi perfetti. Solo io ero sul pattino ma non avevo nè la tuba nè tantomeno il frac. M'ero tolto anche le scarpe e remavo. Il bagnino s'era fermato e non avevo proprio la necessità di chiedermi il perchè. Ormai il mio gruppo di consiglieri immaginari aveva deliberato per l'isola che non c'è (o almeno uno scoglio un pò fuorimano). Il bisogno di stare soli era esigenza di tutti i partecipanti alla riunione fantasma. E giù a remare..fino a domani, fino alla morte o fino al primo motoscafo della Guardia Costiera che ti viene a prendere.....Ok, si rema a diritto fino alla terraferma qualsiasi essa sia. Approvato. All'unanimità.

La moglie del capo era ferma, appoggiata accovacciata su di un piede. "Ma tu guarda se quel cretino si deve mettere a fare il bagno ora"....."Si, e poi fa anche lo stupido....."..........."Ma..".........Per fortuna il capo avanzava dei soldi dal bagnino, si prodigò così tanto nel tirarlo fuori che sembrava quasi che gli volesse bene. Potenza di 500 euro prestati. L'animo umano è stupendo a volte. Anche lei, presa dallo stupore per tanto accanimento terapeutico, sobbalzò all'urlo del capo.."Anna, chiama qualcuno che prima che schiatta st'imbecille mi deve ridare i soldiiii".

"Bentornata nella realtà" pensò e distrattamente chiamò col cellulare il 112, il 113 ed il 118 in ordine numerico. Senza esitare si mise seduta ad aspettare, era brava ad aspettare. Era una vita che aspettava, cosa non si sa. Ma era l'unico modo per sperare in qualcosa di diverso. Avesse saputo che il bagnino l'avrebbe solo presa in giro non gliel'avrebbe mica data, avesse saputo che io volevo attraversare il mare col pattino....si sarebbe tuffata. Ma non lo sapeva mica, e se ne stava lì. Talmente immobile che stavano per investirla con l'ambulanza dei pompieri. La sua considerazione al momento fu "i pompieri? e chicazzo l'ha chiamati i pompieri?", si ritrovò a bordo senza manco sapere dove andavano...però...carino l'infermiere.

Io non vedevo neanche più le luci della costa, solo quelle dei pescherecci e tentavo di stare lontano per non farmi pescare come un tonno. Non ero neanche un delfino, non mi avrebbero salvaguardato. Poi un silenzio conciliante. Il mare s'era calmato, i pescherecchi fuori visuale.

Vabbè, solo cinque minuti, recupero le forze. Mh, forse meglio dieci. Vabbè, un'oretta. Per un attimo pensai a "sempre" poi decisi che bastava un'ora.

Puntai la sveglia sul telefono e mi sdraiai sul fondo del pattino.

Anna intanto approfittava delle curve per buttarsi sull'infermiere. Talmente sfacciata che perfino il bagnino soffiò un "troia" prima di ricadere in coma. Eppure l'infermiere era quasi estasiato: che fortuna, alla prima uscita in ambulanza subito un caso grave, sai quando lo racconto agli altri! "Ma questa ci prova?" lo pensò anche l'autista, ma Giovanni era li con lo stetoscopio sulla schiena che rimbalzava al ritmo delle buche della strada di marina. Era talmente evidente quello che Anna faceva che alche il capo, rimasto allo stabilimento, ebbe la netta sensazione di saperlo. Potenza della cinescopia pensò. Il capo pensava, sempre. Non aveva tempo per far altro, figuriamoci lavorare.E invece gli toccava raccogliere gli ombrelloni e rastrellare tutto il tratto di spiaggia. Da solo. Senza aiuto. Oppure.... "Oppure lancio una corda, recupero il pattino di quel coglione che s'è addormentato ed ha preso la corrente che lo porta a riva. Poi sveglio il coglione e lo metto a lavorare, a costo di usare il Garant che ho fregato al militare".

Quando me ne accorsi era troppo tardi. M'aveva buttato in terra ed avevo nuovamente la sabbia sui piedi. Senza scarpe. Ma da comunque fastidio quando è bagnata. Non la levi. più.

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