compilescion. Cap. 15 - Io se fossi Dio mi ritirerei in campagna come ho fatto io.

 

www.youtube.com/watch?v=hTu5JmvslyA

 

Chissà perchè i gradoni negli oliveti son così alti. E chissà perchè la piccola scalinata da una parte la vedi solo quando hai terminato la salita. A me succedeva sempre così, non solo negli oliveti ovvio. Ho sempre preso la strada più tortuosa per arrivare allo scopo del momento.

 

"Ma ti pensavo meno smagrito figliolo"...."bella accoglienza. Volevi un bue da traino?". Forse lo pensai a voce un pò troppo alta ma per fortuna rise. Era particolarmente somigliante ad un elefante marino, sia per il naso che per la stazza. Anche per la risata.

Mi mise quello che credo ancora fosse un braccio attorno al collo. Credo lo fosse, non ne sono sicuro, aveva l'odore stantio di cotechino ed un pizzico appena di unto. Mi rallegrai d'aver smesso di mangiare carne, lo avrei morso!

 

Il figlio era molto gentile, magrolino, bianchiccio e pelato. La genetica era scienza inesatta a volte. O era inesatto il padre. Cmq Lucio mi salutò quasi inchinandosi e mi fece sedere. Nei successivi tre minuti mi offrì biscotti vegan, latte d'avena, cioccolato fondente con nocciole, gelato alla frutta, acqua, tea, vino. Mancava si offrisse lui. Rifiutai cortesemente, avrei avuto tempo per vuotare la dispensa più tardi.

 

Ora volevo capire chi avevo di fronte. Cioè lo sapevo di avere il titolare-zampone seduto sulla sedia che scompariva sotto di lui, ma mi interessava capire il soggetto.

 

"Per descriverlo ci vorrebbe un secolo" pensai, ora ne ho moltissimo di tempo davanti io, ma chi legge meno. La cosa più evidente di lui era il sudore. Sudava anche da seduto, anche da immobile. Anche in acqua fredda, ne ero sicuro, avrebbe prodotto risultati soddisfacenti.

La seconda cosa in risalto era la sua origine campana, credo napoletana ma non ne ero certo. E quando glielo chiesi rise con il verso dell'elefante marino.

 

Forse dal mare s'era spostato in collina per evitare di essere inseguito da eventuali pachidermi acquatici in estro, o più probabilmente mi sembrava di intuire che avesse le idee chiare su molte cose. Iniziai a rivalutarlo ricordandomi che erano tutti vegetariani, ma non vedevo formaggi in giro sul tavolo, insieme alla credenza rovesciata da Lucio. Iniziai a sorridere con maggior vigore quando mi dissero all'unisono che c'era scritto "vegetariani" perchè sul format per il depliant (ma italiano mai eh?) non c'era il termine "vegan" da barrare.

 

Bella compagnia! Ma mi mancava un pezzo, la signora di casa....Guardando il duo padre/figlio così diversi tra loro non sapevo cosa aspettarmi, la realtà superò ogni fantasia.

 

"Claraaaaaaaaaaaaaaaaaaa!"...."Claaaaaaaaaaaaaaaaaa"........!

Preamplificato HarmanKardon da 300w x canale. Prognosi per il timpano: 20/25 anni. Forse irreparabili i danni. Ma quel che uscì dal bagno di casa in accappatoio era tale da convincere chiunque a tagliarsi direttamente entrambe le orecchie per farlo accadere di nuovo.

Non ce ne fu bisogno: lei mi diede un'occhiata, accostò l'accappatoio....torno dentro a prendere qualcosa e rifece la sua comparsa: apperò! ............"hai visto la moglie del pachiderma?...."complimenti signora"......"scusi, signorina"....."signorina"......"ina".....

 

"ina?"

 

"mia cugina, non sapevo fosse in bagno scusa". Lucio.. lo odiai un attimo quando si alzò a parare la visione piazzandosi davanti. Scelsi di non castrarlo e mi ricomposi. Clara Bagnoli, moglie del plantigrado scese dal primo piano. Una signorotta traccagnotta ma con un sorriso amabile, ed era la giusta via di mezzo tra Lucio ed Osvaldo Bagnoli, il pachiderma, omonimo dell'allenatore del Verona di Ealkier. Non glielo rammentai chè sicuramente era la sua condanna come per me era Alberto Fortis con la sua "Vincenzo io ti ammazzerò sei troppo stupido per vivere".

Osvaldo dicevo, mi guardava e sorrideva. Mi disse che sembravo stanco, che secondo lui dovevo andare a riposare un pò, aveva ragione.

Mi trattenni ancora sperando che l'accappatoio ripassasse ovviamente ripieno.

Mi sembrai cretino, forse lo ero. "la realtà non sei tu, la realtà è come fosse una tua foto, non sei come ti vedi, sei come sei". Frasi forse sconclusionate o forse no, fatto sta che ripetermele aveva sempre l'effetto di scuotermi dal torpore.

 

Nonostante i ripetuti richiami ed i campanelli d'allarme iniziai a sprofondare nelle sabbie mobili dell'innamoramento. Di nuovo. E l'avvocato? Anche lei..."Ossignore, due no!"...

"Ne vuoi tre allora?" Lucio coi biscotti in mano e lo sguardo supplichevole mi fece capire suo malgrado che stavo pensando a voce alta (speravo da non troppo tempo visti gli argomenti).

 

Ringraziai biascicando due parole mentre masticavo i quattro biscotti che avevo chiesto per zittirlo: nonostante il rumore delle mie fauci crustulumofaghe mi accorsi della voce che risuonava nelle meningi ..."credi sia venuta qui per abbracciarti o per farti sentire musica? puoi uscire, vai a rimborsare Claudio vai, che a me ci pensi la prossima volta". L'avvocato mi ricordava di avanzare qualcosa dal sottoscritto...e come fare a negargliela? Ma l'omo è di ciccia e la cugina era una calamita per la ciccia. "E qui mi fermo ma una cosa resta, io preferisco il cuore alla testa". Meg cantava nelle orecchie. Il sonno venne rilassante.

 

"Soprassediamo".

 

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