Compilescion. Cap. 2 - Lavorare stanca.

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Tutto sommato la situazione non era allegra ma neanche disperata. Mi stavo abituando ai ritmi del capo. Novello Giucas Casella intuivo l'arrivo di quel testone rasato, così inequivocabilmente a prova della nostra discendenza dai primati.

L'Anna era ormai persa dietro ai pantaloni dell'infermiere ed al proprietario. Al punto che il capo la chiamava e lei nulla...eppure era cosa risaputa: il capo è il capo. Ovviamente entrambi si sfogavano con me. Lui inveiva da lontano, sembrava uno di quei venditori al mercato del pesce di Zena, ma molto meno melodico di come li senti con De Andrè. Una cornacchia marina. Incrociata con uno scimpanzè. Ma alla fine ne avevo anche un pò pena, "povero illuso alla ricerca della felicità coi soldi e la moglie troia" pensavo.

Lei invece chiocciava, scuoteva la testa e si zittiva, ma mi dava una noia immensa. Il capo l'Anna l'aveva conosciuta in un night di quelli extralusso (ma lei faceva le pulizie a fine serata). Amore a prima vista diceva lui, un bel polletto pensava lei. Poi anche lei si innamorò, non perdutamente.. ma quel che basta per seguirlo a casa sua, dove lavorava.."aveva un'attività nel settore turistico". Un casotto su una spiaggia tra le peggio frequentate dai tempi in cui passarono i nazisti in italia.

Ma si stava bene a maggio, anche i primi giorni di giugno. Poi arrivavano tutti: colonie, gite anziani, famiglie con babbi pedanti, mogli distratte e bimbi malefici. E cani, troppi. "Bisogna che qualcuno mi dia una mano a pulire" pensò. E quando si girò vide l'Anna ed ebbe l'illuminazione. Paletta e sacchetto, posizione ideale per guardarle il culo mentre sistemava gli ombrelloni. Si, affare fatto. Andò avanti così per una stagione, poi lei conobbe Sergio e lo portò a raccattare merde al posto suo. Fino a quando si sentì male per riacchiapparmi...Poi ora ci sono io. Un lavoro che non dura per generazioni.

Giovanni aveva iniziato a frequentare la spiaggia, diceva che il primo sole è il migliore...ad aprile?Poi uno lo dimentica Giovanni, vestito alla sahariana sdraiato sulla sabbia. Ha anche la faccia un pò gialla. Quindi non ci si faceva caso, ma osservava tutto. Memorizzava i particolari. Maniacale. E non si spogliava mai,

Soltanto si draiava.

L'infermiere lo faceva per la gloria. Aveva provato coi carabinieri, poi non se ne fece nulla per via dell'alluce invertito. Il medico che lo visitò si dimenticò di specificare "alluce" nel certificato. L'ovvio risultato fu che al momento di uscire dalla caserma gli urlarono "Ciao checca" in 300. Scelse allora un settore alternativo, la guardia forestale. Si trovò dopo pochi giorni ad essere inseguito sia da un cinghiale che da un bracconiere e a lui sembrava che si fossero addirittura coalizzati.

Infermiere, ecco. Fece un corso gratuito pagato coi soldi "dei francesi" e si offrì come volontario alla Croce Verde. Di li lo dirottarono come volontario nei pompieri perchè loro ne avevano bisogno..e avevano un posto per rinchiuderlo all'evenienza. Ed ora eccolo li, fianco a fianco con la persona che LUI ha salvato e che lo guarda basito.

Sergio, siculo da non so quante generazioni e come non so quante generazioni emigrato per decenni. Raccontava spesso di aver passato vent'anni in California, quindici in Cermania (e ci rideva anche) ed altri 5 o 6 in Australia. Ma aveva 39 anni. E qualcuno riusciva ad immaginarlo come uno spermatozoo con il fagotto in giro per il mondo. Aveva un curriculum di tutto rispetto lui: cameriere, muratore, riciclatore di rifiuti con selezione manuale, bagnino. Conosceva perfettamente il trapanese, meno l'italiano, l'Anglese e il TeTesco (e continuava a riderci).


 

Lo spagnolo no ma le spagnole si. Le ha trombate TUTTE. Chiunque, sul pianeta Terra abbia meno di vent'anni potenzialmente poteva essere figlio suo. Ma figli non ne aveva, avrebbe voluto ma l'Anna diceva che lei si sentiva ancora giovane..."Aspetterò che sei vecchia" e si girava dall'altra parte di un letto ormai troppo aduso al riposo. Quando non c'era il capo ovvio.

Il capo l'aveva conosciuto dopo, prima l'Anna (biblicamente ovvio) e poi lei gli aveva trovato lavoro "nella ditta del suo uomo", oh quando fece male quell'affermazione a Sergio...la risentiva ogni tanto. E andavano avanti stancamente in un inconsapevole mènage a trois di cui il capo era il fattore economico, il bagnino il fattore sfruttamento operaio e la donna il parco divertimenti per le serate.

E io quando finivo di lavorare (se iniziavo ovvio) ero stanco. Talmente stanco che mi rimaneva solo da stare seduto accovacciatosu di un piede e cercare di capire perchè non avrei voluto rimanere lì per sempre. Il destino era il viaggio, ma senza motivazioni logiche, senza avere meta stabile. L'importante è viaggiare, non dove si va. Ma poi non ti accorgi di quando sei arrivato ed oltrepassi la felicità (sempre che l'obiettivo sia quello, d'altra parte per la tristezza basta fare pochi passi altro che viaggiare). Anche il mio curriculum già all'epoca era mica male. Cinque città cambiate, a volte nell'arco di tre giorni. E mai un pentimento.

Mai. "Non tornerò mai a prima mai, non tornerò mai dov'ero già".

Lavori tanti, soldi pochi...come tutti. Tutti quelli che conoscevo, mai visto da vicino un ricco. Li allontanavo io. Una sorta di ribrezzo per quei modi viscidi, che non aveva nulla di politico per quanto le mie idee....

 

 

 

cap. 2

 


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