Compilescion. Cap. 21 - Sabbia e sandali.

 

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Notte. Acqua sui piedi, sempre meglio della sabbia. Si camminava così da qualche giorno, un pò perchè al buio ti notano di meno se viaggi a piedi con uno zaino, un portatile e due cani.

Di giorno si dormiva, la prima spiaggia libera all'alba ci accoglieva per cullarci fino all'arrivo della marmaglia. Poi era un continuo schivare palloni e racchette per riposarsi.

 

"Vietano ai cani di stare in spiaggia,non di importunare i cani con i palloni. E magari si arrabbiano anche se un cane glielo buca." Spiegai all'ennesima guardia costiera che mi stava multando il perchè del mio senso di ingiustizia. Il documento era fatto bene, mi divertivo quasi a farmi chiamare Sig. Marzoli.

 

E così giorno dopo giorno, camminate notturne e multe diurne (o almeno tentativi, o discussioni, o lamentele...ma il mondo non era di tutti? fatemici stare no?).

 

Avevamo uno schieramento ben preciso per la marcia.

Carota era un paio di metri avanti a noi, scrutava l'orizzonte ed ogni volta che mi fermavo, senza guardarmi, si bloccava anche lei. Non si voltava mai. Sapeva che dietro c'era chi l'avrebbe protetta ma io sentivo la sua insicurezza. Cercavo di coccolarla ma forse aveva ancora le immagini del suo amico (o figlio?) steso ed ansimante. Ogni animale è diverso, ma la consapevolezza della morte fa paura, sempre.

Cavolo invece era tranquillo, aveva una voglia di giocare che trasudava dalla lingua. Sguardo allegro, felice. Non aveva mai provato una cosa così: a voce bassa gli spiegai cos'è la libertà.

Annuì leccandomi una mano. Con l'altra cercavo di scartare le patatine, ma non ci riuscivo.

 

Ero anche stufo di patatine, un altro pacchetto e sarei diventato un Chipster anche io....

Mi sdraiai a terra, sul bagnasciuga. Il mare mi raggiungeva ogni tanto, distendendosi, prendendo la rincorsa con un'onda un pò più alta delle altre e io mi divertivo a sfotterlo indietreggiando un pochino. Ogni tanto lo rincuoravo facendomi inumidire un piede.

O anche tutti e due.

Ma quattro son troppi....di chi erano gli altri? Alzai lo sguardo lentamente, conscio di poter essere stato scoperto da qualche caramba particolarmente zelante. Durante il movimento del capo verso l'alto ebbi anche modo di rassicurarmi, i carabinieri non vanno in giro scalzi.

 

Era il responsabile del canile di Ostra Vetere, si chiamava Omar. Ma su quella spiaggia era nelle vesti di poeta.

Mi raccontò, durante la sua presentazione oserei dire prolissa, di divertirsi a scrivere poemi demenziali in riva al mare di notte quando il giorno dopo non lavorava. Ne dedussi che era sabato e che eravamo ancora in provincia di Ancona. Mi chiese di me, inventai una serie di cazzate che avrebbero fatto invidia ad un politico del centrodestra (o del centrosinistra fate voi). Quella migliore fu relativa ai cani, ed al perchè non avessi targhetta col nome e tatuaggi.

 

"si, te lo giuro. Li ho portati via da un canile in Romania. Stavano morendo. E con me non ho documenti, potrò registrarli solo tornato a casa". Già, ma qual'era casa?

Se avessi detto "la prossima" sicuramente non sarebbe stato così...funziona così per lo Skrondo, da sempre. Gli parlai di un posto che conoscevo, non lontano da li. Gli dissi che venivo da li e che ero quasi arrivato, quindi non si preoccupasse.

 

Poi la fatidica domanda, quella che uno in quelle condizioni sogna sempre.

"di che ho bisogno? hai della pasta e del pomodoro? cinque o sei etti, mica tanta, per me e per loro". Affare fatto. Rimontai su un auto dopo non so quanto tempo, sicuramente dopo almeno dieci giorni per la prima volta avrei dormito per qualche ora in un letto, magari avrei fatto una doccia. Addiritura avrei mangiato al tavolo, con delle posate.

 

Illuso.

 

Omar mi chiese di aspettare e tornò con due panini del giorno prima, uno al prosciutto ed uno con una sottospecie di mortadella. Aveva lo sguardo felice di chi sa di far del bene a poco prezzo. Non fui in grado di dirgli di no, presi i panini e li diedi ai bimbi. Cavolo non gli fece neanche toccar terra, Carota lo prese delicatamente, lo posò a terra, lo annusò e lo lasciò li.

Era vegan?

 

Saluti e abbracci. L'espressione schifata di Omar mi fece capire che ero veramente in uno stato pessimo, peggio di quanto potessi pensare. Mi feci forza e gli chiesi di poter stare da lui per un giorno. "siamo stanchi, non ci sentirai neanche. Dormiamo, mi lavo ed andiamo".

"tu non ti lavi se prima non mi aiuti a lavare loro, per il resto ok". Bella lezione mi aveva dato, egoisticamente non avevo pensato alle tonnellate di sabbia che Carota e Cavolo avevano addosso. Mi sarei meritato una dermatite, si.

 

Mentre si insaponava Carota, Omar mi raccontò di avere da molto tempo un negozio di tatoo vicino alla stazione, sulla Statale. Aveva fatto un bel gruzzolo, poi la moglie se n'era andata con l'ennesimo camionista tatuato e lui era rimasto lì a tatuare, badare ai cani del canile e scrivere poemi demenziali. Bello non era, sinceramente. Ma con un cuore così qualcuno avrebbe trovato prima o poi, se si fosse mosso di li'.

 

Al contrario il suo intento era quello di stare da solo, io non riuscivo a comprenderlo. Pensavo che tutti vorrebbero vivere con qualcuno che li ama....lui no. Fu la prima e l'ultima volta che mi chiesi come sarei stato da solo, dato che la risposta fu un brivido di terrore.

 

Carota fu buonissima, Cavolo ci fece praticamente morire. Sembrava allergico all'acqua più di quel tipo, non ricordo come si chiamasse....ah si. Monnezza. Lo chiamavamo così.

Cmq mi raccontò un pò di lui e dei suoi genitori, cose già sentite, storie uguali a tante.

Mi chiese di me, mentre spiegavo chi ero (naturalmente Marzoli..) gli accennai al vegan.

Rimase folgorato dal termine, non comprendeva. Conosceva i vegetariani ma oltre non immaginava neanche si potesse andare. Evitai crudisti e fruttariani. Cancellai dalla mia mente temporaneamente alcuni monaci tibetani di cui avevo sentito parlare. E rimasi al vegan.

Ma per poco, avevamo finito con i cani. Erano belli. Mi dissi che non li avrei mai più lasciati.

E lo dissi anche a loro. Carota e Cavolo, all'unisono...a leccarmi la faccia. Estasi.

 

E Omar? Dopo Cavolo sembrava anche lui volermi lavare, non usciva dal bagno!

"Poi mi dici che vuoi stare da solo? Smetti di chiacchierare allora e fammi spogliare dai!" Mi uscì di bocca e non mi riuscì di mimetizzare quella cattiveria. Ma era accompagnata da un sorriso sincero e lui capì la battuta. Non era affatto male in fondo.

 

Magari anche due giorni...

 

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