Compilescion. Cap. 25 - Narcolessia portami via.

 

www.youtube.com/watch?v=BNxa0odpCJU

 

Fermo da ore, sul letto. Ero l'essere umano più somigliante ad una pianta che si fosse visto da diverso tempo. Ero anche verde in volto. Non dovevo avere un bell'aspetto se anche Omar aveva telefonato per dire che non sarebbe andato a lavorare per rimanere con me.

 

"La mucca fa mu...il gatto fa ga...." Non ero messo bene, no.

 

C'ero ricaduto in pieno, come tempo prima. Riuscivo a vedermi dall'esterno, mi chiamavo...

ma qualcosa dentro me non andava. E rimanevo immobile a cercare di capire cosa.

Solo che ad Omar e Sgherri la situazione non doveva apparire rosea (che poi è anche il suo colore preferito mannaggiamme!). C'era comunque qualcosa che continuamente mi riportava a lei, era questo il problema. Un disco in vinile graffiato che torna da capo ogni volta.

 

Gli inglesi lo chiamano loop.

 

Ero looppato? Mi terrorizzai al punto che mi misi in piedi ed andai in cucina a mangiare.

Cosa può fare l'orgoglio a volte...mi vergognavo di com'ero ridotto. E per cosa?

 

"Allora, eravamo rimasti che si faceva qualcosa...qualche idea?"

Omar sorrise come uno che non può mostrare molto entusiasmo alla moglie per non fare brutta figura quando segna la nazionale. Quasi di nascosto.

"Non siamo riusciti a scegliere tra i tanti" disse appoggiando le mani sulla mia schiena.

L'istinto da operaio mi fece girare di scatto (questa la spiego a parte se non la capite) e proposi la prima cosa che avevo in mente. Cavalli.

 

Maneggi no, troppo sorvegliati e poi, in fondo, forse se la cavavano meglio.

Macelleria equina.

 

"C'è quella in fondo al palazzo della Posta" gridò entusiasta Sgherri. Ammise in seguito che gli stava sulle balle il titolare per motivi personali. Io pensavo ad altro, ricordavo di aver letto su Internet di un tipo che allevava cavalli vantandosi di amarli. Ma era spuntato un articolo sul giornale locale che parlava di indagini per vendita di animali "non regolarmente registrati" ad alcuni macellai della zona.

 

Lui.

Anzi loro, i cavalli. Dovevano venirne fuori. Fu inutile per i ragazzi cercare di farmi cambiare idea. Ci provarono anche poco a dire il vero, piaceva anche a loro l'immagine di cavalli liberi.

I giorni successivi passarono a fare passeggiate in auto per studiare il posto, mi presi anche la briga di andare a chiedere informazioni sul maneggio, vantando il "possesso" di un equino di razza (che razza poi....bah, fortuna non me lo chiese). I camion non erano praticabili, non c'era modo di fuggire al satellite, l'hanno tutti ormai l'antifurto. Ma c'erano i furgoni e tre furgoni potevamo prenderli volendo...eravamo in tre no? Pensavo in grande. Tre furgoni, sei cavalli.

 

"E poi dove li mettiamo sei cavalli?"

"Omar, ci andiamo domani a vedere dove...zitto ora. Dormi!"

"Eh, ma dove andiamo domani?"

"Non lo so. Dormi."

 

Omar dormì, Sgherri anche. Io non lo so, ormai sognavo ad occhi aperti e progettavo dormendo...ero in una strana situazione effettivamente. Iniziavo a non capire cosa era reale, mancanza di lucidità si chiama..e può essere fatale a volte.

 

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