Compilescion. Cap. 3 - Luce spezzata azzurra, mitra imbracciati neri, i documenti svelti.

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Ma proprio allo otto del mattino? Solo ora che ho finito di piazzare le sedie?

Se proprio dovevano venire per portarmi in caserma....

potevano almeno evitarmi due ore di lavoro (le uniche due..)

E invece ero a bordo di un Fiat900 furgonato blu scuro, i finestrini laterali ben puliti, per dar modo alla gente di guardare chi è quel delinquente che stavano portando via. Delinquente al limite poteva essere l’addetto al lavaggio degli automezzi, a parte i finestrini il resto era talmente unto che i sedili facevano da carta moschicida.

Difficile scappare anche senza le manette, che pure c’erano. E le sentivo, quel freddo ai polsi mi dava una sensazione di piacere nascosto, retaggio delle mie devianze sadomaso giovanili. Ma questo alla Benemerita era meglio non dirlo, con quelli “strani” a volte si innervosiscono.

Ma la sua residenza qual è?” mi chiese il tipo alla guida (non chiedetemi mai i gradi dei militari, vi risponderei senza la minima cognizione). Gli risposi soprappensiero “dipende da quanto tempo mi tenete, se va come dico io la residenza la piglio in caserma”.

Un colpo secco dato a pugno chiuso dietro la nuca mi fece valutare a modino il loro senso dell’umorismo. “prezioso è il tempo, e il luogo dovuti al silenzio. Qua, ora, io taccio”. Giovanni Lindo mi suggeriva il da farsi.

 

L’Anna era sgomenta, non aveva mai visto tanti bei fusti in divisa tutti insieme. Aveva rimosso in un colpo solo Giovanni, Claudio, Sergio e una decina d’altri avventori passati. Eppure un po’ pensava anche a me, al perché mi avevano prelevato di peso. Si ripeteva a bassa voce che non sembravo cattivo, violento…

E’ anche veghista”.

 

Sergio dal canto suo era incazzato come una iena ridens, gli toccava proseguire per portare a termine la giornata al posto mio, “ha trovato la scusa per lasciarmi nella merda di nuovo”. Ma in fondo gli faceva piacere tornare alle vecchie occupazioni, non avrebbe fatto caso al pacco di Giovanni: lo notava sempre quando seguiva lo sguardo dell’Anna per capire.. e capiva. Poi per riflesso guardava il suo e si accendeva l’ennesima sigaretta. Smettere è facile quando sei rilassato, tranquillo e sicuro di te. Meno quando la donna che desideri non ti adora. E anche un infartino non bastava, anzi l’autolesionismo del bagnino era ai massimi termini se si esclude il suicidio od una serata a guardare replay dei TG di Fede.

 

Claudio, lui si che era tranquillo. Trovava sempre una soluzione per tutto, “sta male Sergio, ci metto quel cretino, portano via il cretino…ci rimetto Sergio. Poi se schiatta lui, ci ripasso

l’Anna.” Il lavoro…se lo conosci lo eviti, se lo conosci non ti uccide, l’ho letto una volta su di un adesivo in metropolitana non ricordo dove.

Lui non l’aveva letto, semplicemente pensato. E credeva fosse uno dei dati fondamentali per vivere bene. L’altro era farsi i fatti propri.

Non voleva sapere perché mi avevano accalappiato.

 

Io invece iniziavo a chiedermelo. Primo passo per decidersi a chiederlo a loro, o almeno per provare a telefonare ad un avvocato. Si ma quale avvocato? L’unico che conoscevo era quello dove avevo lavorato da ragazzo, in nero e per la metà della paga oraria. Un tipo onesto. Sembra fosse in una loggia massonica.

Dovevo trovarne uno…

Intanto eravamo arrivati, una caserma bianca su sfondo bianco, circondata da case bianche e qualche gatto. Non bianco. Ormai il sole era alto, iniziava a battere e notai con sollievo le tende chiuse sulle finestre. Più tardi avrei pensato “se fossero aperte forse si tratterrebbero un pochino con quell’asciugamano bagnato, magari si sentirebbe un mio gemito fuori.”

Ma ci stava di buscarne, d’altra parte era il prezzo per dire quello che volevi dir loro. E per l’affermazione della verità il rischio non è mai eccessivo.

Così iniziai a rispondere alle domande di rito nel peggiore dei modi..

Nato?” “si”

Non faccia lo spiritoso…nato?” “preferisco il patto di Varsavia grazie”

(botte)

Allora ti do del tu..brutta zecca comunista anarchica, di dove sei?” “Chiedo scusa, mi sembra che un comunista anarchico sia un ossimoro” “ossimoro sei te e chi ti capisce stronzo”

(botte)

Perché eri da queste parti la scorsa settimana?” “al mondo mi ci hanno messo, da qualche parte devo stare no?”

Decisero di punto in bianco che “avrei stato” in cella per un po’.

Chiesi della verdura, mi portarono una bistecca. Chiesi da bere…Coca cola…

Non chiesi più nulla, che se avessi chiesto una donna m’avrebbero portato la Santanchè.

Mi sbagliavo, mi portarono una donna…e avvocato..e vegetariana! Uno sbaglio

di sicuro...!

 

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