Compilescion. Cap. 34 - A volte ritornano..

 

www.youtube.com/watch?v=YKtX6cf0_0A

 

Ovviamente non mi sentivo pronto. Mancavano due giorni e due notti, non avevo ancora preso in considerazioni molti dei particolari utili alla riuscita del piano e bisognava anche considerare il mal di pancia conseguente alla morte per mia mano della sventurata.

Continuavo a chiedermi se avevo fatto bene, mi rispondevo di si ma senza argomentare..il che mi convinceva poco.

"Forse avrò tempo per pensarci poi, o forse no."

 

Avevo iniziato a parlare da solo a voce alta, lo facevo sempre quando mi sentivo insicuro.

Continuai.

"I camion pieni arrivano nel piazzale a destra, poi li scaricano e li parcheggiano a sinistra, di solito verso ora di pranzo rimangono fermi mentre gli autisti sono in mensa. Quello è il momento giusto, Sgherri non avrà un suo mezzo, devo studiare il modo per farlo entrare..". Ed era solo il primo problema.

 

Poi c'era da caricare tutte le mucche che potevo sul camion senza dare nell'occhio.

Avrei avuto bisogno di un bel casino per riuscirci, le soluzioni che mi prospettavo erano da ergastolo. Fosse stato per me non ci sarebbero stati problemi, ma Omar e Sgherri non me la sentivo di lasciarli nei guai. Altro problema,lasciarli fuori da responsabilità era impossibile.

 

Non riuscivo a ragionare nella stanza.

Me ne andai sul ponte dell'Autostrada, a guardare in direzione dello stabilimento. Visualizzarlo da lontano aiutava la concentrazione.

"La rampa d'ingresso col cancello, c'hanno la rampa personale questi. Il casello autostradale riservato. Ma quanti mezzi passano?"

Feci un rapido calcolo. 600 capi l'ora. 30 camion. Più altri 30 per portarle via smontate.

"Certo, nel conto dei danni bisogna aggiungerci tutti sti mezzi pesanti che inquinano"

L'ultima cosa di cui avevo bisogno era un'altra motivazione in più. Andai avanti coi ragionamenti valutando se uscire col badge al cancello o "forzarlo". Nel secondo caso avrei perso ogni minima possibilità di non esser notato, nel primo avrei messo la firma sul colpo.

 

Tanto lo avrebbero capito comunque, e poi c'era ancora in sospeso la storia del tizio morto.

Un rischio in più quando sei già spacciato non spaventa.

Gli attrezzi per aprire i portoni, quelli chiusi sul fianco delle rampe di carico....quelli li prendo in officina manutenzioni, tanto per evitare gli operai basta evitare la macchinetta del caffè.

 

"Giovanotto, documenti"

"Scusi, lei chi è?"

"Servizio di pattuglia contro i lanci di sassi dal cavalcavia"

"oh, meno male che ci siete voi, la ringrazio a nome degli automobilisti"

"documenti prego"

"Ah...si"

"che ci fa qui a quest'ora?"

"C'è un'ora prefissata per decreto legge o posso starci quanto voglio?"

"Lei mi sembra un pò prestabilito"

"no, sono presbite"

"faccia poco lo spiritoso"

"ne basta uno eh di spiritoso..."

"ci segua"

 

Visto che non potevo andare a piedi montai sull'auto. Ridicola.

Sembrava di essere su di un taxi, con la radio di servizio al posto del tachimetro. Ma senza insegne e senza le divise non li avevo visti in tempo. "Da quanto hanno anche le Nissan questi?". Aggiornai il mio database di autovetture della pula. L'alloggiamento in plastica sul tetto per la paletta, avevano dei gadget veramente strani. "La paletta tienila sul cruscotto e evita di spender soldi in putt.....". Dovevo smettere di pensare o mi sarei messo nei casini.

 

Quello che mi precedeva doveva essere un pezzo grosso, dal portone d'ingresso alla stanza mi sembrò d'aver sentito più batter di tacchi per il saluto che in un film di Fred Astaire.

In questura andò tutto bene, il documento falso era perfetto ed il tipo a cui era intestato era una specie di santo...neanche una multa sull'autobus.

Già che c'ero provai a capire come avrei dovuto comportarmi se mi avessero fermato dopo.

Intendo dopo lunedi. "Ma tanto non mi beccano" fu la risposta.

 

"Ci scusi ma la sicurezza sulle strada va difesa"

"Ah certo. Ma se ogni persona che fermate la dovete portare in Questura ne avete da fare. Ha mai sentito parlare di pc portatili per i controlli?"

"Ma lo sa che facciamo fatica ad avere la benzina?"

"Provate a spegnere il motore quando fate colazione al bar"

"Senta lei mi sta alterando"

"Mi scusi, devo andare ora.."

Mi presi per un orecchio e mi trascinai fuori di li.

 

Presi l'autobus per tornare a casa, non sarebbe stato logico tornare sul cavalcavia per poi farsi ribeccare. Anche con gli scossoni del caso riuscivo a meditare.

"Gli estintori, Oscar mi deve dire dove sono..."

 

"Sgherri potrebbe entrare con il badge di un altro o col mio se trovo il modo di passarglielo."

"Come faccio a sapere se il camion che prendiamo ha il pieno o è a secco?"

e soprattutto:

"Dove le portiamo?"

 

Sarebbe stato un fine settimana di insonnia e sinusite, ma ormai era normale. Solo così mi sentivo vivo, attivo. Il tempo passava, un passo alla volta non mi bastava più.

E pazienza per Gandhi.

 

A' la guerre comme a la guerre....

 

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