Compilescion. Cap. 4 - Quando il gioco si fa duro.

 

www.youtube.com/watch?v=fMjDgyDghos

 

Era passata la seconda notte li dentro.

L'Anna aveva portato il pc a riparare, il mio pc...l'unico oggetto che era in simbiosi con la mia mente al momento. Anche la mia capatosta era da riparare. E quindi noia. Come avessero fatto a trovarmi boh..perchè poi fossi li dentro non me lo avevano mica detto.

 

Cioè, lo sapevo...sapevo di essere colpevole di aver rubato un cavallo.

Sapevo anche che non sarebbe finita come nel vecchio west. Li ti appendevano e ti ricoprivano di pece e piume di struzzo. Meglio la galera pensai.

Sergio era venuto a trovarmi solo per dirmi che Claudio mi avrebbe tenuto il lavoro (doveva ancora riscuotere i 500 euro santamadonna non me ne sarei mai liberato!) Per il resto il nulla.

Solo la tipa li...l'avvocato...simpatica ma altezzosa al tempo stesso. Me la mise giù dura...7 anni...per un cavallo? Ne macellano a migliaia ogni giorno. Io ne salvo uno e mi danno 7 anni?

"Forse c'ho ancora il tabacco...e questo? ah, il libercolo nero".

 

Ipnotizzato lo aprii, presi la penna dalla tasca del chiodo e spalancai il cuore.

 

"Tutto congiura. il pc rotto mi obbliga a scrivere sul taccuino nero che avrei dovuto usare per prendere appunti per il libro.

Forse la cosa migliore è inserire quello che sto scrivendo nel libro stesso. E poi il pc non so manco se avrei potuto usarlo qui. Sono tra color che son sospesi, addirittura spero di esserci...anche se non ci sto poi bene, Potrebbe essere peggio, potrebbe piovere. Come quel venerdi durante l'azione in università.

 

Ancora mi sorprendo di come non abbia raccattato neanche un raffreddore: lo spirito della Grande Cavia Liberata mi protegge......e mi da la forza di attendere non so cosa. Aspetto l'onda giusta, intanto penso alle possibili alternative.

Non mi importa CHI sarò tra dieci anni ora, ma voglio passare bene il tempo che mi divide dalla decomposizione. Spero di passarne un pò con te, nei modi e nei tempi che sembreranno ragionevoli sia per me che per te. Se non fosse così mi ritroverei alla casella del "via", ma senza dadi in mano da lanciare. Ora mi chiamano...Bacio."

 

Era la colazione.

Chiesi una busta, pagai la tangente (due euro per una busta e un francobollo ma mi garantivano l'invio).

 

La feci spedire.

Le arrivò, ma questa è un'altra storia per ora.

 

 

 

 

E stavo meglio ad averle detto quelle cose. Io ero lontano, troppo. Ed esorcizzavo la paura di non vederla in quello stupido modo. "Però funziona, sto meglio dai"..." Ma cazzo, ora addirittura il caffè col latte!"...."per favore vorrei l'avvocato"...."cazzi miei che ci faccio con l'avvocato"....."si, è una donna, anche tua madre forse era una donna, stronzo"..."ahia"...

Furono alcune delle battute che seguirono lo scambio busta-caffèlatte.

Niente caffè, niente pasta.

 

Iniziai a desiderare fortemente un Mensana aperto con un commesso equo, solidale e più calvo di me (che mi tira su di morale).

Invece arrivava si e no il pranzo, a volte qualcosa di commestibile si trovava. A volte no. Ma tanto son sempre stato magro, è un vantaggio

perchè più di tanto non puoi dimagrire. E poi avevo dei bei ricordi della prima volta che c'ero stato al Mensana...

Ci sarei tornato prima o poi.

 

cap.-4.jpg


Contatti

Skrondo