Compilescion. Cap. 40 - Non so dei vostri buoni propositi perchè non mi riguardano.

 

www.youtube.com/watch?v=6HvaSY2Agpw

 

"Scusi,la fermata più vicina al Duomo? Si, vabbè...ok, non c'è il Duomo a Lodi...cioè....come non c'è? Sul giornale dic...Ah, ok. Il cinema Duomo allora....grazie"

Vatti a fidare dei giornali, probabilmente l'articolo l'aveva scritto qualcuno che non era mai stato a Lodi. Infatti l'autista dell'autobus (che conosce un pò meglio i posti di solito ma non sempre) mi fece scendere di fronte ad un vecchio cinema dismesso. C'era un gran cartello. "In questo spazio verrà costruito un Centro Commerciale con multisala e negozi". Al solito.

Provai per un attimo nostalgia di quando da adolescente mi facevo crescere la barba per sembrare maggiorenne ed andare a vedermi i documentari sull'Africa dolce e selvaggia...vietati ai

minori a causa di alcune puppe ed un paio di scene truci. Cose che normalmente trovi sul TG1 all'ora di cena. O tempora o mores (che io traduco sempre in "o prendi tempo o schiatti").

 

Poi tornai in me, o almeno in quel che rimaneva della mia parte razionale.

Un rapido sguardo in giro, visuale a 180°. al 178esimo vidi un assembramento sospetto, erano loro. Gli allevatori. Distribuivano latte gratis e si sa, basta la parola gratis per attirare anche chi se ne fregherebbe nel modo più assoluto preferendo una giornata sul divano a guardare le registrazioni di Porta a Porta.

 

Mi avvicinai lentamente, osservando con cura tutto quel che mi poteva dare un'idea. Il fatto di non avere un piano mi aveva reso per assurdo più risoluto. Non avevo molto da verificare, solo i punti dove erano messi a far da contorno quattro o cinque carabinieri. Con loro sarebbe stato facile.

 

Onestina era da una parte, ferma al centro di un'aiuola dalla quale cercava di strappare i pochi fili d'erba rimasti dopo le ripetute partite a calcetto dei ragazzi del quartiere. Sembrò accorgersi di me, si girò con flemma e signorilità per lanciarmi un muggito di benvenuto. "loro lo sanno, sanno bene chi può e non può far loro del male", mi avvicinai un pò di più senza modificare lo sguardo che avrei voluto tramutare in sorriso. Ma farsi vedere troppo amichevoli con la mucca avrebbe forse insospettito qualcuno. Passi per un bimbo, ma un adulto che carezza una mucca ormai è più raro di un politico decente.

 

Deviai verso destra per fare un giro largo ed appuntarmi mentalmente la posizione dei furgoni poi, con le mani in tasca e lo sguardo basso, cominciai la perlustrazione vera e propria. Fianco allo sportello....niente chiavi. Altro furgone, niente. Ultimo.....nulla.

E poi che avrei fatto in fondo con un furgone in quella situazione?

Decisi di avvicinarmi al centro del tavolo. Avevano delle petizioni da firmare, diedi un'occhiata.

"Non bastano gli aiuti europei, non basta sfruttare animali come fossero mobili. Cercano solidarietà, loro." Pensai fortunatamente senza parlare come facevo di solito. C'era uno che pareva il capo, gli andai dritto e spedito davanti.

 

"Scusi, prima di firmare vorrei qualche informazione, sa sono uno di quei rompicoglioni che non firma nulla ma se magari mi spiegate per bene cosa chiedete...", il tutto condito con un sorriso finto a 64 denti ed una stretta di mano che potrebbe essere paragonabile a quella di un socialista della Prima Repubblica.

 

"Sa..." rispose....tentando di proseguire. "No, non so sennò non chiedevo...". Mi guardò per due secondi poi, come se non avessi detto nulla, continuò.

"Noi lavoriamo duro, le mucche vanno munte anche di domenica e dobbiamo dar loro da mangiare anche se per un qualsiasi motivo non ci danno latte, almeno per un pò. Non possiamo macellare le vacche da latte prima dei due anni senza permessi dell'A.S.L. e quelli vogliono soldi di solito. Così diventa sconveniente in ogni caso. E poi il latte noi lo vendiamo a 0.46 al litro. Lei al supermercato a quanto lo trova?"

Touchè...non lo sapevo. Ovviamente non compravo latte da decenni. Prima di capitolare detti il colpo di coda.

"Lo compra mia madre, io non faccio mai la spesa...sa, col lavoro che faccio.."

"Ah, capisco...ma io non mi son presentato. Piacere, io son Rolando...Rolando La Canna. E non faccia battute stupide che già lo fanno tutti"

"No, tranquillo, mi sarei limitato al massimo a dirle che le manca una L. Ma continui.."

"Dopo. Ora mi ha incuriosito, che lavoro fa lei?"

A volte capita di avere la sensazione di essere al buio anche di giorno, mi stava scrutando in attesa della risposta e non avevo nulla di pronto, anzi si!

"Giornalista, free lance. M'è capitato in passato di scrivere per giornali locali. Ora collaboro con una rivista sulla zootecnia ma mi firmo con uno pseudonimo. Sa, gli animalisti potrebbero anche avercela con me per qualche stupido motivo dei loro."

"Eh, la capisco bene, pensi che un anno fa qualcuno mi ha tagliato tutte e quattro le gomme del furgone, era domenica e mi toccò buttar via tutto il latte. Pensi lei."

"Diamoci del tu, che ragiono meglio".

Era fatta, avevo conquistato quel tizio. A guardarlo mi veniva in mente la famosa battuta di "Santa Maradona". Era la raffigurazione di un essere mitologico col corpo di uomo e la testa di cazzo.

Ma mi portava a braccetto verso Onestina. Era sua quella poverina. E camminando mi disse che avrebbe avuto piacere di offrirmi il pranzo. Ovviamente declinai adducendo il solito virus intestinale che tiravo sempre fuori quando non avevo voglia di spiegare il significato della parola Vegan, in quel caso poi sarebbe stato come entrare con una maglietta del Che nella curva della Lazio. Se ne dispiacque un pò, o almeno fece finta con discreta credibilità.

Passai il resto della mattinata girovagando e facendo finta di scrivere. Poi capii quel che andava fatto. E lo feci.

"Rolando!! A pranzo non posso, ma un goccio di te verde mentre mi fai visitare l'azienda lo prendo volentieri."

L'equazione "giornalista in azienda=articolo a favore" la risolse immediatamente con un si.

Saremmo andati col suo furgone poi sarei andato via con un taxi "tanto lo paga il giornale".

 

O meglio, saremmo andati. Punto. Ma non glielo dissi chiaramente.

Ormai mi stava presentando ai suoi colleghi manco fossi stato Giorgio Bocca.

"Fabrizio Marzoli, piacere" non so quante volte lo dissi. Sicuramente a qualcuno devo averlo ripetuto anche tre volte, i poveri allevatori perdono capacità uditiva a furia di sentire le mucche nelle stalle. Mi chiesi perchè non tagliassero loro le corde vocali come fanno ai beagle da sperimentazione, fortunatamente mi riuscì di togliermi quel pensiero dalla testa e concentrarmi sul da farsi.

 

La ricerca di cibo per pranzo fu doppiamente difficoltosa. Alla fine optai per due pacchetti di patatine (ancora!!) da mangiare dentro una vecchia cabina telefonica in un angolo della piazzetta, una delle poche non ancora sventrate. Ovviamente il telefono all'interno non c'era più. Quelle quattro pareti di cartone e vetro erano diventate loro malgrado un monumento ai vecchi tempi, al periodo in cui l'homo tecnologicus non aveva ancora assunto a divinità imprescindibile il cellulare. Saremmo andati via verso le quattro del pomeriggio.

E ovviamente Onestina sarebbe stata a bordo del furgone dov'ero ospitato anch'io.

 

Sovente capita di sorridere senza accorgersene, forse lo feci ma nessuno ebbe a collegare le pieghe ai lati della mia bocca con quel che stavo per fare.

 

Quanto può essere ingenuo un essere evoluto...

 

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