Compilescion. Cap. 16 - E' tutto intorno a te..

 

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Mercoledi mattina. Mercato. La prima missione assegnata in coro dal nucleo familiare al completo che mi ospitava: "cucinaci qualcosa tu". Avevo guardato nel frigo e non c'era nulla. Mi proposero una decina di centri commerciali nell'arco di dieci km, scelsi il mercato in paese.

 

Ed ero li, in centro. Solo una mezz'ora di bus dal piccolo paradiso che mi ospitava. Ma una differenza enorme, quella era la civiltà contemporanea. Ero immerso nella folla. La folla, non un insieme di singoli ma un'entità diversa dall'unione di tante teste. L'individuo reagisce diversamente agli stimoli se è da solo, in gruppo diventa folle spesso. O quantomeno irragionevole. Ero al mercato, mendicanti e capitalisti (nel senso di seguaci del capitale) riuniti per l'occasione. Ed io, al pari di Mosè, camminavo nel mezzo. Ero nel mezzo. In tutti i sensi.

Non ero un mendicante, nè uno di quelli attratti solo dalle insegne luminose e dai cartelloni con gli sconti. Niente scrupoli o rispetto verso i propri simili, perchè gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili.

Pensai "potrei fare lo scrittore impegnato" e mi ricordai della BandaBardò...e non si mangia sai con la poesia...

 

Immerso com'ero nei miei pensieri ci misi un pò a recepire la voce della ragazza che avevo di fianco, voleva una cartina. "C'ho la faccia di quello che fuma io? si? vabbè, tieni la cartina."

Bella sveglia.

"beh, mi unisco...ti spiace?" e mi incamminai con lei verso una piazzetta laterale.

Dopo venti minuti stavamo quasi piangendo sulle rispettive spalle, dialoghi profondi. Non le solite cazzate. Entrambi avevamo bisogno di qualcuno che non fosse come "loro", gli altri. E che fosse disposto a capire, ad ascoltare...non a giudicare e basta. Mi colpì l'immediatezza e la sincerità della tipa. Sapevo di tutta la sua angoscia, non sapevo come si chiamava. Non importava. Non ci saremmo rivisti. E la mia memoria per i nomi è sempre stata pessima. Era inutile aggiungere un nome ad un database.

 

"oggi è un giorno in cui il vento ti leva le canne di mano" me la passò sorridente. Era cambiata, lineamenti molto più rilassati, molto più carina anche. Sperai di subire lo stesso effetto fumando, non so perchè. Forse era quello che avrei voluto essere, rilassato. Carino lo son sempre stato fin da piccolo...Stavo iniziando a ripercorrere per l'ennesima volta la collezione delle mie foto degli anni 70 quando fui interrotto da una frase: "ma questa è una palma da cappero?" Guardai dietro di me, nell'aiuola si ergeva una palma di quelle grassotte, sembrava guardarci e coprirci con le sue fronde. Tralascio il resoconto del seguito riassumendo con: risate.

 

Poi ci rituffammo nella folla, un piccolo abbraccio e via. "Ciao piccola". "Ciao secco".

 

Tornai ai banchi per prendere il necessario. Niente verdura, si usava la loro. Niente olio, c'era il loro. Provai coi funghi, solo per guardarli volevano un rene, glissai.

"Scusi signora, quanto le fa le carote?... No, signora intendevo quelle vere, non quelle in oro massiccio. ...Arrivederci." Mi vennero in mente le proteste che stanno esplodendo nei paesi poveri, dove il cibo è diventato un lusso per molti anche nelle città. Ci saremmo arrivati anche noi? Si, ed era giusto. La condivisione della fame nel mondo è la soluzione. La redistribuzione dei bisogni è la via giusta. Da un discorso pessimista ad uno propositivo. Potenza del thc.

 

Seitan manco a peso d'oro, solo salumi e formaggi in giro. Tornai indietro a mani vuote.

Ma rilassato.

Grazie piccola.

 

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