Compilescion. Cap. 27 - Troppi pensieri, nessun pensiero.

 

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Calpestavo un piede dopo l'altro la riga che delimitava la corsia d'emergenza giocando a non perdere l'equilibrio. Lo facevo sempre da piccolo, lo stavo facendo anche da grande, se mai lo sono stato. Era stata una fortuna rimanere a piedi, tutto sommato.

 

Di tornare in albergo non ne avevo voglia e poi la macchina l'avevo presa a noleggio.

Fortuna che Oscar aveva qualche soldo da parte, altrimenti sarebbe saltato anche il piano B.

 

Camminavo e pensavo, non so dire quale fosse l'occupazione prioritaria al momento. Erano contemporanee, legate l'una all'altra. Camminare mi aiutava a pensare e viceversa.

La situazione non era allegra...affatto. Come già altre volte avevo pensato alla soluzione finale, la MIA soluzione finale. Ma il suicidio (o meglio la possibilità, oserei dire la libertà di attuarlo) mi rendeva padrone della mia vita. E ciò mi bastava per decidere di proseguirla.

 

Mi venne in mente Antonio Rezza: "Se devo sprecare forze per rimettermi in forze tanto vale la paralisi", fortuna sapevo che era una battuta intrisa di ironia e non una constatazione.

Ma un punto lo toccava, non potevo vivere solo per me stesso. Non c'ero mai riuscito.

Ho sempre avuto il bisogno di dare e a volte m'è costata cara quest'esigenza. Ma ne vale sempre la pena, bisogna seguire la propria indole per vivere felici. E liberi. "Non attaccarti alle cose, alle case, ai soldi. E tuttavia trasforma in denaro tutto ciò che ancora ha un prezzo: ti servirà per comprarti la tua libertà". Era così che avevo fatto ed il cambio era stato molto favorevole per me, le poche cose che avevo non valevano certo il mio tempo.

 

Nonostante quello che avevo visto quel giorno riuscivo ancora a sopravvivere, m'aveva fatto bene la scuola dei filmati visti e rivisti per anni con le peggiori atrocità. Non sarei riuscito a trattenermi durante l'accurata visita che i gentili accompagnatori m'avevano fatto fare per mostrarmi quanto pulito ed ordinato fosse quel luogo di morte.

La maggiore azienda per la fornitura di carne alle catene di fast food del paese.

Centinaia di "capi" smontati spesso ancora vivi, file di camion che trasportavano animali "prima e dopo la lavorazione". E centinaia di dipendenti ridotti a robot senz'anima, che veniva loro strappata pezzo dopo pezzo dalla società durante la loro crescita fin dalla scuola se non addirittura partendo dagli omogeneizzati al vitello. Omogeneizzati al vitello, potrebbe in natura un bimbo di qualche mese mangiare un vitello consapevolmente?

 

Il reparto dove (secondo loro) avrei dovuto lavorare era quello più ripugnante (se si può fare una classifica). Avrei dovuto agganciare gli animali appena "trattati", ancora vivi per avviarli alla catena di smontaggio. Non so come ma non son svenuto quando l'ho visto fare.

Mi presentarono un operatore.

"Scusa se non ti dò la mano ma sti cosi son pieni di sangue, da non crederci...guarda come mi riduco."

"Si, vedo in che stato sei, fuori e dentro.."

"Scusa?"

"No, nulla...piacere mio".

 

Chiesi di poter valutare altre possibilità, non so...in magazzino. Nulla.

Non ero nessuno, ero solo l'ennesimo numero da convincere con la manfrina del lavoro sicuro e dei (pochi) soldi sicuri a fine mese. Tutto per poter cambiare la tv o fare l'ennesimo mutuo per andare dieci giorni in Corsica. Una vittima come le mucche, ma sarei crepato di morte lenta. Ecco il pregio, secondo loro.

 

Ne sapevo comunque abbastanza per poter iniziare ad elaborare un abbozzo di piantina.

Poi ci avrebbe pensato Oscar a rifinire con le informazioni che avrebbe preso lui. Il genio s'era proposto come grafico in prova gratis. Stavolta l'idea era tutta sua...e ne ero fiero. "Ho creato un mostro".

Coi tatuaggi era bravo, non credo che l'avrebbero messo però a scrivere il numero a mano sull'orecchio delle mucche. Aveva fatto buona impressione con un paio di restyling grafici di alcuni marchi a caso. E lo presero a lavorare gratis (contratto a progetto lo chiamano, in realtà sono loro che hanno il progetto di sfruttarti e ci riescono bene).

A noi bastava. Anzi, mancava Sgherri che aveva la patente C e ci sarebbe stato utilissimo...ma non era facile trovare lavoro in quel campo in poco tempo.

Ci speravamo.

Parola d'ordine: Hasta La Carota Siempre!

Risposta: sempre sia lodata!

Belli carichi.

 

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