Domenica 8 aprile 2012, maledetta Pasqua.

 

 

Domenica 8 aprile 2012, stramaledetta Pasqua.

 

Già. Stramaledetta e non solo per il rincorrersi continuo di tradizioni aberranti, in primis la mattanza di agnelli con la A minuscola mentre sarebbe più logico cibarsi di Agnelli torinesi e limitrofi.

Pasqua stramaledetta anche per l'influsso delle religioni più o meno monoteiste, sempre tese a giustificare i malanni della vita come “prove che il buon Dio sottopone per ottenere il Paradiso”.

Bene, io l'ho scoperto qui il Paradiso, almeno quello in terra. Mi riferisco al cielo, all'acqua neanche tanto salata dell'oceano, alla calma col quale tutto si fa ma senza ansia. E di quel che mi racconta il Rappresentante di Cristo in terra non c'è traccia alcuna: semplicemente quelli che assicurano l'Eterno Riposo non ci son stati e non ne hanno prove. La chiamano fede. Eppure loro stessi solitamente non ne ripongono affatto di fede nei comuni mortali e tanto meno hanno fiducia. Sempre tesi a condannare per qualche peccato, a prodigarsi per la redenzione da chissà quale umana debolezza. Andassero a fanculo loro, i candelabri accesi con le monetine dell'elemosina, l'incenso che prova a togliere il puzzo di stantio delle credenze popolari che vengono appellate come Verità, i panni ricchi che vestono papi che parlano a gente povera spiegando che la vera ricchezza è quella interiore, le stuole in ermellino, i cappelli rossi cardinalizi, lo IOR, i francesi che ci rimollarono uno degli avi di Ratzinger invece di tenerselo ad Avignone almeno 6 mesi l'anno. Fanculo ma sul serio.

Odio questo giorno perchè è divenuto simbolo di una ipocrisia dilagante tra la gente sempre pronta a vestirsi a modino per far bella figura in chiesa senza neanche curarsi di pensare al fatto che in tutte le raffigurazioni Cristo tiene in mano un agnello vivo. E dopo la Messa via, tutti a casa a mangiare stufato guardando partite o telegiornali, sparlando di conoscenti dalla vita incestuosa e peccaminosa ma col fare da gossip. Non sopporto più il far finta di nulla né tantomeno il “tanto non dipende da me, io che ci posso fare?” troppo spesso soffiato da bocche che quasi provano vergogna a far da latori di frasi così imbarazzanti per chi ha un minimo di cognizione della vita.

Dovrei parlare di altro per calmarmi e qui ce ne sono di storie alternative. Sicuramente la mattanza pasquale interesserà anche i pargoli delle pecore isolane ma almeno c'è modo di tenere fuori dal campo visivo ed uditivo tutto ciò. Certo, accade comunque ma posso coniugare pensieri positivi e negativi. Ho buoni progetti in mente e guarda caso sono tesi a spostare l'interesse di qualcuno dalla carne alla frutta, in fondo è tutto collegato. Ecco che spunta il positivo. Il posto da scegliere, i contatti da prendere, la cura per quelli esistenti, le idee, il guardarsi attorno per capire se funziona meglio in un luogo o in un altro. Forse non se ne farà nulla ma per ora la cosa più impellente è il bisogno di sogno che sto soddisfacendo. Non ci riuscivo più da un po', troppo preso nel lavoro di tutti i giorni e nel riposo necessario per uno che ha il fisico come il mio e deve tirarsi dietro pesi tre volte il suo per campare a malapena. E sarà forse il calore del sole nelle ossa o forse il riposo che mi gratifica ma il cervello è più acceso che mai. O forse è colpa della qualità impressionante della marijuana in giro. Però il fatto è che c'è un sorriso perfino inquietante stampato in faccia, una costante sensazione di tranquillità, di benessere, di facilità di rapporti umani. Il meno di un mese conosco già gente italiana, spagnola, americana, uruguayana, inglese e parlo male 4 lingue. Ma le parlo e me ne fotto. Qui non ti giudicano per il colore della pelle, per la tua lingua, per i tuoi vestiti. E non ti chiedono cosa fai di lavoro ma “di cosa ti interessi”. Non importa se abiti in una grotta occupata o sei hai una casetta a schiera, al bar sono tutti uguali come di fronte alla falce di madre morte. E' un po' come in montagna, incroci gente che non conosci e che ti saluta sorridendo. Se solo ti hanno già visto una volta ti abbracciano chiedendoti “come va” e non solo per consuetudine. Sono stato anche due giorni in una baia “occupata” vicino a La Caleta, c'è gente che ci vive da anni con un generatore a supporto per la corrente e una capanna fatta con foglie di platano e canne. Oppure ci trovi anche chi ci passa un mese in tenda e chi ci arriva per mezza giornata. La bellezza del posto è tale da poterti spingere a farti due ore di cammino solo per starci cinque minuti. Perchè due ore ci si mette a farsi tre colline ripide con il necessario per vivere addosso. C'ho beccato ieri sera il tramonto più bello da quando posso ricordarmene uno. Avevo davanti una striscia quasi viola interrotta da nuvole celesti. E sopra l'arancione e il blu che diventa nero scoprendo Venere. E nel mezzo La Gomera, coi porti di San Sebastian e Playa Santiago segnalati dai fari. E le nuvolone sul Garagonay pronte a scendere a valle. Neanche il solito coglione in moto d'acqua m'ha rovinato il joint preparato per l'occasione. Nulla ci sarebbe riuscito. Mi son ritrovato da solo ad applaudire lo spettacolo col sottofondo del D'B sparato da casse da mezzo miliardo di watt nella baia accanto.

Poi ci sono andato nella baia accanto, tanto avevo messo la tenda in un posto dove con l'alta marea ci vai solo nuotando e dovevo aspettare che calassero le onde. Già che avevo tempo ho fatto quasi notte fonda a guardarmi giocoleria col fuoco, gente che ballava, chi faceva il bagno. Dopo aver accumulato un discreto numero di lattine vuote di birra (a un euro) ed aver parlato di non so cosa con non so chi me ne son tornato in tenda.

Tutto ciò m'era costato quasi niente e me ne rendo conto solo ora.

Gran posto, si. Troverò anche i difetti prima o poi, ma dovrò andarli a cercare io perchè di base non ne vedo ancora. Certamente ho ancora un po' di mentalità da turista e forse anche l'aspetto ma sto iniziando a capire che ora vivo qui, che dovrò lavorarci, girarci in auto o a piedi, dare indicazioni a turisti, incazzarmi per la vittoria di questo o quel candidato politico alle elezioni locali, combattere e manifestare contro la costruzione del porto di Granadilla e fare anche un bel presidio davanti all'ingresso del Loro Park tanto per far sentire la voce dei delfini che detengono. Insomma quelle cose che farei normalmente ovunque e che fanno parte di me posso pensare di farle meglio di prima e questo mi farà andare a dormire sereno come pochi al mondo. Sicuramente più di Briatore.

Perchè se questa è la miseria mi ci tuffo con dignità da rey. Parapapapapà.