Cazzo sono un migrante.

14.05.2009 00:00

Me ne sto accorgendo solo ora. Fino a qualche tempo fa non lo avrei mai sospettato, abituato a cambiare luoghi, dialetti ed in parte abitudini fin da piccolo. Non avrei mai sospettato di sentirmi in terra straniera. Mi sono spinto a nord nella mia ricerca incessante di felicità ed esperienze. Inseguendo sogni che continuo ad inseguire e ben attento a che non siano troppo facili da realizzare.
Sono solidale con chi vive in un paese che è fatto di persone con una cultura diversa e fatica ad inserirsi. A volte ne soffro io ed oltretutto sono nato in Italia, vissuto sempre nello stivale. Il mio coinquilino pakistano ora è felice, da una settimana a questa parte ha una parabola che gli permette di vedere i suoi posti ed i suoi tg nazionali. Quando esce di solito sta solo con suoi connazionali, conosce quattro paesani autoctoni. Eppure è la persona più affabile che mi viene in mente al momento, disponibile. Gentile.
Viviamo tutti nella diffidenza montando allarmi antifurto su auto semidistrutte, pronti a difendere l'amato stereo dagli attacchi dei delinquenti che tanto si sa da dove vengono...è forse questo il punto.
E' difficile che io possa accettare uno stereotipo ma a volte mi accade. Quando all'estero m'è capitato di sentirmi dire "ah, italiano. Berlusconi." all'inizio ho pensato "era meglio mafia, pizza, mandolino" poi mi son sinceramente offeso. Non per il paragone col Presidente del Consiglio ma per l'applicazione di un'etichetta a priori, come se io fossi un clone identico ad altri 50 milioni di cloni made in italy. Anche noi lo facciamo continuamente, quasi mai senza rendercene conto. Marocchino? Spaccia. Pakistano? lavora per poco, remissivo, vendicativo. Rom? oddiomettoinsalvoilbambino.
Sono stufo di sentirmi chiedere "da dove vieni? dalla Toscana? Ah, sei nato a Roma? Che quartiere? (e non ci son mai stati a volte). Vorrei essere apolide, cittadino di tutto il pianeta ma mi rendo conto che è dura. Se non hai una residenza fissa, un conto corrente ed un contratto per l'Enel non esisti. Praticamente siamo la rappresentazione fisica dei nostri codici fiscali, sono quelli che contano.
I migranti non vanno sempre nella stessa direzione. Nel corso dei secoli molti popoli sono andati da sud a nord, da est a ovest. Alcuni volontariamente, altri schiavizzati, altri ancora attratti con "le insegne luminose che attirano gli allocchi" di ferrettiana memoria. Gli ultimi (e a mio avviso in tutti i sensi ultimi) sono uomini, donne, famiglie divise.. che fuggono dalla guerra o da posti dove vivere significa uscire per andare a prendere il pane e tornare volando in brandelli. Voi ci stareste? Vivreste in un posto così o provereste ad andare chessò più al nord?
Se a volte ci sto male io qui....loro come possono sentirsi? Non ci pensiamo molto, ammettiamolo. Come non ci pensa un mio collega siciliano che qualche giorno fa mi ha detto in faccia "sto lavoro fallo fare a quel negro di merda" riferendosi ad un ragazzo che viene dal Ghana e che da anni non vive..lavora. E basta.


Basta.

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