Voli pindarici e nuotate oceaniche.

29.06.2009 00:00

A volte mi sento come un nuotatore stanco, che cerca ogni tanto di cambiare velocità e metodologie per proseguire la traversata verso una costa che neanche si conosce... Ho scelto apposta la figura del nuotatore perchè pur sapendo nuotare non mi piace farlo. Solitamente in acqua preferisco fare il morto per cercare relax e non fatica.
Ma fuori dall'acqua il relax dura sempre poco ed arriva sempre un'onda un pò più alta delle altre che ti fa andare l'acqua nel naso...l'onda che mi ha fatto ritornare nel mondo "civile" è l'arrivo di un nuovo coinquilino nell'appartamento che condivido. Una persona che viene da migliaia di chilometri di distanza, reduce dai bombardamenti USA in afghanistan, con lo status di rifugiato politico concesso solo a lui e non alla moglie o ai suoi sette figli. E meno male anche.
Perchè qui per lui sarebbe impossibile mantenere tutta la sua famiglia con gli 800 euro che guadagna.
Non è la storia in se che mi colpisce ma il senso immenso di vergogna che ho provato per tutte le volte nelle quali mi son lamentato io di qualcosa che andava storto nel corso della mia esistenza. Una vergogna provata a nome di tutti gli occidentali forse e nei confronti del resto del mondo, composto da gente che sorride nonostante tutto.
Devo ammettere che ha una gran fortuna al momento: non parla e non capisce neanche una parola di italiano, ne sentirebbe di cattiverie...ed invece sorride.
Guarda caso la solidarietà la sta sperimentando grazie ad un pakistano (il mio attuale coinquilino) che gli ha offerto un posto nel quale vivere chiedendogli di partecipare solo alle spese come può. Non dal suo datore di lavoro...che ne parla benissimo ma finchè lavora. Poi quel che fa o dove dorme non è mica affar suo...
Ricordo i Villaggi costruiti nelle vicinanze delle grandi fabbriche da imprenditori che pensavano anche al benessere dei loro lavoratori, penso all'INA, alla Olivetti ed a tanti altri esempi. E concludo il volo pindarico che mi ha portato dall'Afghanistan a Cesate....certamente in maniera molto più rapida di quanto possa fare un rifugiato politico.
A pensarci bene ho provato anche un senso di stupore quando me lo son visto davanti ed ho saputo la sua storia, come se una parte di me non fosse conscia di quanto è grande il mondo, di quanta gente ci sia a bordo di questa palla di terra lanciata nello spazio. Come se le guerre, le devastazioni esistessero ma in un posto lontano lontano.
Invece qualcuno può arrivare da lì e portarmi una testimonianza diretta di orrori quotidiani. E nonostante questo continuare ad aver voglia di vivere, di imparare, di capire. Quando ha saputo che sono vegan ha chiesto ovviamente il perchè; alla risposta "per non ucciderli" c'ha pensato dieci secondi guardando in basso...ha guardato il traduttore ed ha detto il suo corrispettivo di "hai ragione, cavoli". Semplice. Non smetterà di mangiare carne ma mi rispetta. Credo che conosca il concetto di violenza gratuita molto meglio di me in fondo....
E noi dovremo aspettare forse di conoscerlo direttamente per comprenderlo?

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