Compilescion. Cap. 19 - L'armata Brancaleone alle crociate.

 

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....Se ci fosse la luna,se ci fosse la luna si potrebbe cantare..........Per fortuna il buio assoluto ci favoriva. I cani ci vedono meglio di noi, mi fidai dei loro occhi e del loro naso. Mi guidavano ed io coprivo le spalle voltandomi ogni tanto. Pensavo a come avrei lasciato quel posto. Potevo fare con calma, sicuramente prima di mezzogiorno il vicino non sarebbe andato a sfamarli. Anzi ogni tanto saltava anche il pasto credo. I miei amici non erano dei cani sovrappeso. Pensai anche alla mia nuova famiglia nascente, stavolta branco sul serio.

Ed alle cose che avremmo potuto fare insieme, bastava trovare una casetta in affitto per un pò, per il lavoro non avevo mai avuto problemi. E a loro un giardino sarebbe bastato, nessuno li avrebbe cercati. Liberi, anche se non totalmente. Liberi almeno di non aver paura al sentire la voce di un uomo, di addormentarsi tranquilli arrotolati e rilassati, con quel sospirone che prelude al sonno vero. Quello che riescono a fare quando c'è qualcuno di cui si fidano. E ti gratifica questa cosa....uno dei vantaggi di vivere con dei cani. O esserlo.

 

Ero voltato, non mi accorsi affatto del fil di ferro all'altezza del ginocchio. Ero in un bosco, mica in città. Che poi manco in città trovi fil di ferro teso a quell'altezza, casomai sui balconi...a mostrare i panni lavati in famiglia.

 

Rumore secco, caldo, freddo...poi di nuovo caldo, ma esterno. Avevo qualcosa di caldo addosso e non capivo cosa. Al buio tentai di rialzarmi e vidi la luce. Lontana.

I cani. Ringhiavano. Il sangue, credo mio, mi copriva i pantaloni all'altezza della coscia destra.

Ma l'adrenalina è il migliore antidolorifico che conosca. "Chi caz..." Mollai un salto che neanche da sano riuscirei più a spiccare. E non mi accorsi neanche dei rovi che mi accoglievano. Le spine erano impegnate a tagliuzzarmi per benino quando la voce stridula dell'uomo mi segnalò la sua presenza alla mia sinistra. Evitai di voltarmi per non far rumore o muovere il fogliame.

 

Credo di capire il perchè delle torture. Farei qualsiasi cosa per evitare di ripetere quell'esperienza, fortuna che almeno quella non mi tocca più. C'era un altro rumore di sottofondo, un respiro affannoso. "oddio, no dai. non ora".

Dio non esiste, ve lo posso assicurare. Lo capirebbe chiunque si possa trovare a vedere, illuminato da una torcia, un cane ferito a terra che ti implora con gli occhi. E scodinzola.

Dio non esiste.

 

La mia rabbia era al comando delle operazioni. Un bracconiere. Un fucile con un filo teso ad altezza "cinghiale". Un cane è alto come un cinghiale a volte. Anche lui. Gli era toccato di non essere un chihuahua, e di passare al mio fianco.

 

Al mio fianco.

Ed io al suo.

Il tipo era inginocchiato davanti al cane. Non lo feci per odio, solo per difendere il mio amico.

E non so come lo feci. Gli diedi solo una spinta. Volevo prendere il fucile per difenderlo e non per colpirlo. Non so ancora se crepò per la caduta o per il proiettile. Ma cosa importa?

 

Forse erano dieci minuti che ero li fermo, una pietra al posto del cervello. Gli altri due amici erano scomparsi. "Era meglio morire da piccoli", cosa altro avrei potuto pensare? Ero demente, la cosa era risaputa. Ma era anche un modo per scendere nella realtà, che ne ero fuori da troppo, qualcuno avrebbe potuto sentire tutto il baccano. "Si, bracconieri ne girano in zona. A volte anche di giorno. Figuriamoci in una notte come questa.". Parlavo da solo a bassa voce per non sentirmi solo, l'avevo imparato da piccino e non credo di essere l'unico ad averlo fatto in vita sua. Mi sentivo come quando a dieci anni avevo paura dei pipistrelli. Cercavo di camminare calmo ma mi veniva da correre. E alla fine correvo. Sempre. E anche stavolta stavo iniziando ad accellerare il passo per quanto possibile, vista la totale oscurità.

 

Per me sarebbe stato molto più agevole muoversi senza i cani ora che ero nei casini. Ma cosa avrei dovuto fare? Erano ad aspettarmi in fondo al sentiero, sembravano chiedermi se l'altro ce l'aveva fatta. Provai a spiegargli che era fuggito da un'altra parte e l'avevo perso di vista, ma smisero di scodinzolare. Loro sanno quello che pensi, non quello che dici. E seppero.

Dovevamo toglierci di li, a piedi. Al buio, e senza idea di dove essere finiti. Era uno stradello nel bosco, leggermente in discesa e non c'erano luci di paesi o case isolate. E poi cosa avrei fatto anche se ci fosse stata altra vita umana nei dintorni? Raccontare tutto, no...io in carcere e i due pelosi anche. Provare non costava nulla, s'andò verso il sole che iniziava a svegliarsi.

 

A Est.

 

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