Compilescion. Cap. 20 - Nei rovi inciampo.

 

www.youtube.com/watch?v=pdXy75VrQho

 

"Ci siamo". "Stavolta mi fregano". Era la quinta volta che mi vedevo passare a fianco delle pattuglie. Normalmente uno non ci fa caso, quando sei in quelle condizioni un pò di più.

 

Non sapere se loro sapevano mi angosciava, i giornali e la tv non potevo consultarli, un pò per mancanza di soldi e molto per i miei amici. Non potevo certo entrare in un bar con due cani puzzolenti al seguito. E certo anch'io non ero messo bene. Oltre al sudicio i graffi in volto e i pantaloni bruciati sulla gamba, macchiati di sangue per il colpo che m'aveva preso di striscio. Un graffio. Magari se m'avesse preso l'osso il cane sarebbe vivo. L'avrei ceduta volentieri una gamba, senza pensarci neanche. Ora invece mi servivano eccome.

 

Da Bologna alla riviera a piedi, con un unico paio di calzini che ormai, a toglierli, avrebbero fatto più danni di un'ustione. Erano secondo me loro che mi tenevano in piedi, in collaborazione con i miei pantaloni dei quali avevo dimenticato il colore originario.

Dovevo cambiarmi. Dovevo lavarmi. Davo nell'occhio (e nel naso) in quello stato. Fino ad allora m'era andata bene, anche sotto il profilo "sanitario".

 

42 euro in tasca. In altri periodi mi sarebbero durati giorni, forse anche settimane. La camera costava 40, era l'unico posto talmente orripilante da accettare me e i pelosi. "si, stanno zitti".

"che piano....terzo. Grazie" "Scusi, l'ascensore? Perchè ride?"

Scale. Una lampadina da 25W per pianerottolo, moquette rossa anni '70, non vintage....vecchia. Quadri appesi li perchè non li volevano in discarica.

 

Ad ogni piano un odore diverso.

Al primo ci dovevano stare i pakistani, il corrimano delle scale emanava un olezzo di kebab. O magari Felafel....è strano come la gente mangi vegan senza saperlo e magari, mentre lo sta facendo, ti chiede bofonchiando "ma te cosa mangi?"

Al secondo c'era un gran giro di carne in affitto, così chiamavo la prostituzione. Stesso sfruttamento, ed anche li sfruttatori in cima alla piramide a guardare gli sfruttati che si scannano tra loro. Confermo, Dio non esiste.

"I don't want to start any blasfemous rumours, but I think that God got a sick sense of humour", I Depeche mi risuonavano nelle orecchie.

 

Al terzo non c'erano odori, domani ci sarebbe stato il nostro. I cani sapevano già a quale porta bisognava fermarsi, prima che leggessi il numero sulla chiave. I cani sanno, spesso.

Tappeto in terra, sdrucito e liso. Bene, mi sarei sentito a disagio in una stanza decente. Letto con un materasso credo in paglia di fine ottocento. Ottimo, ero abituato alla paglia.

Anche a loro piaceva quella stanza, era piccola ma tranquilla. E sicuramente meglio delle due aiuole che erano state temporanea magione per noi viandanti ricercati. Mi rimanevano due euro, cosa avrei fatto domani, lavato e ripulito per quanto possibile con due euro e nessuna meta?

 

Iniziai a pensare alla mia situazione, era ora di farlo.

Processo in corso per furto, probabile accusa di omicidio (forse addirittura volontario).

Latitante. Con documenti contraffatti. In possesso di due cani senza regolare museruola e sprovvisti di tatuaggio o microchip. Vent'anni come minimo.

L'idea di passare quel tempo tra quattro pareti mi fece sobbalzare, sentii per un attimo la sofferenza di tutti quegli esseri negli stabulari e mi venne da urlare. Stavo crollando.

 

Mi ricordai di loro, dei due cagnoloni che, seduti sul letto, mi guardavano come fossi il loro padre. O fratello. O guida spirituale. Era uguale, mi guardavano e chiedevano da mangiare.

Avevano ragione anche loro, eravamo tutti affamati.

All'urlo sussurrato di "freegans alla riscossa" uscimmo, chiesi dov'era il mercato ortofrutticolo e fui particolarmente soddisfatto quando il tipo dell'albergo disse che stavano per chiudere ormai. Quello che volevo. "Bimbi, con me si mangiano solo vegetali chiaro? Se volete ciccia ve la cercate da soli". Ero stato tassativo ed iniziai a chiedermi come li avrei chiamati.

Ci voleva un nome anche per loro, li guardai per farmi venire un'ispirazione. Nulla.

Mi voltai e capii tutto. Lei sarebbe stata Carota e lui Cavolo. Le prime due verdure viste in terra...perchè no? Chi stabilisce i criteri per dare un nome ad un amico?

 

E per quella sera s'era mangiato. Anche bene. Stavo diventando crudista per necessità.

"Sempre peggio", sorrisi al pensiero di non aver prodotto rifiuti nell'ultima setimana, a parte le normali deiezioni ridotte dagli scarsi pasti. Ero ad impatto zero se si escludevano i cadaveri.

Ma era strano, non mi ero ancora posto una questione fondamentale: mi sentivo in colpa?

 

Piansi quella notte, perchè non ero pentito assolutamente di aver causato la morte di un essere senziente. Era molto tempo che non lo facevo ed era la prima volta che mi succedeva per mano mia. Non che cambi la situazione, è certo un'aggravante ai fini legali.

 

Ma non mi sarei fermato, la vita di un altro cane era stata spezzata a causa di quel cretino.

 

 

E io non avevo fatto nulla di volontario per ucciderlo. Era stato come calpestare una formica mentre si cammina, può succedere. Al mattino decisi che saremmo ripartiti verso il sud.

Dai miei amici a Pescara ad esempio. Se erano ancora vivi. No...mi sarei affidato al caso ed a dieci zampe da dividere in tre.

 

"Only want to cry, girl..... Mi manchi." Fine del pianto. Inizio del cammino.

 

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